lunedì 4 ottobre 2010

Questioni importanti : Giustizia e Voto

Il problema è un altro. Così affermano, sempre più spesso, coloro che hanno fatto dell'arte di schivare le responsabilità un vero e proprio metodo di galleggiamento.
Qualunque tema venga posto all'attenzione c'è sempre un altro problema più importante e propedeutico.
E invece le cose vanno affrontate. E di petto. Il tempo del cincischio e del tentenno è abbondantemente scaduto.
E le cose che sono sul tappeto sono due: la questione giustizia e la legge elettorale. So bene che vi è l'economia, il precariato, l'ambiente, la guerra, il riscaldamento del clima, la biodiversità, il rapporti etica/biologia e la legge sulle adozioni per i gay. Ma non vi è nulla di più urgente che la questione giustizia e la legge elettorale.
Solo affrontando con determinazione e risolvendo una volta per tutte questi due temi si possono affrontare serenamente tutti gli altri, da qualunque angolazione si parta.
E sulla legge elettorale va reintrodotto il principio di “Elezione del Parlamento”, assolutamente imprescindibile dal rispetto della Carta Costituzionale. Il Parlamento deve essere di eletti e non di nominati, anche se un popolo squinternato come quello italico dovesse regalarci ancora fiori come Borghezio o Dell'Utri. Abbiamo avuto in Parlamento fascisti doc, mafiosi conclamati, fiancheggiatori del terrorismo, pornostar e scoppiati d'ogni categoria. Ma eletti da un popolo che in essi si è riconosciuto. Tocca alla politica trovare il metodo migliore per restituire al popolo la possibilità di eleggere i suoi rappresentanti e, dopo averlo fatto, buttare in discarica l'esperienza del “porcellum” senza alcun rimpianto.
E poi la questione giustizia. Ho letto alcuni interventi sul mio piccolo giornale di provincia. Interventi di personaggi importanti sia in politica che per professione. Ho letto anche libri di persone importanti e sicuramente non tacciabili di retropensieri e piccole connivenze o convenienze. Eppure anche le grandi menti sfuggono il problema, non lo affrontano. In Italia esiste una questione giustizia perché esiste una grande questione criminale. Come sanno fare gli italiani abbiamo capovolto il problema, nascondendoci dietro a retoriche e convenienze.
L'Italia ha da risolvere da molti anni una grande questione criminale. È un paese di mafie, di organizzazioni criminali che hanno sempre avuto referenti nel potere politico ad ogni livello. E si chiamano mafie per questa ragione, altrimenti non avremmo dovuto creare il 416-bis, ci sarebbe stato sufficiente il 416 e basta.
E le mafie vogliono usare il potere politico come terreno di battaglia, muovendosi e muovendo con grande arguzia le loro pedine. Perché le mafie non sono sole, non sono mai state sole. Hanno sempre potuto contare su complicità e connivenze con menti raffinate e raffinatissime, capaci di orientare le correnti politiche ed il consenso.
E la vulgata di questi vent'anni, nel tentativo sciocco di “ristabilire il primato della politica” ha dato corda ad un racconto capovolto, a contrapporre “garantismo” a “giustizialismo” interpretati un po' all'amatriciana. Garantismo tirato in ballo sempre e solo quando la tutela riguardava ricchi e potenti dimentichi quando ad essere coinvolti sono stati dei poveracci.
Nel concreto. Quando l'attuale Presidente del Consiglio ha aperto, e lo ha fatto dal 1993, la questione giustizia non aveva per nulla a cuore la libertà degli italiani, innocenti vittime perseguitate. Semplicemente aveva a cuore la sua libertà. Semplicemente perché tutte le vicende giudiziarie di Berlusconi sono PRECEDENTI la sua discesa in campo come ama dire. Non ha una denuncia nemmeno per uno spillo (e ne avrebbe dovute avere, almeno per il 643 e per il 661 del Codice Penale) da quando fa politica. Ha governato per circa dieci anni avendo come unico scopo quello di salvare il malloppo accumulato con operazioni la cui limpidità è quella della fogna newyorkese quando fanno programmi tv molto noiosi.
Per salvarsi ha aggregato torme di masnadieri di piccolo e grande cabotaggio i quali hanno avuto a che fare molto con i giudici ma sempre come imputati e raramente come vittime o parti lese.LEGGI TUTTO di Pino De Luca

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