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sabato 23 luglio 2011
venerdì 8 luglio 2011
martedì 5 luglio 2011
L'opinione:Abili e Disabili
Il vero problema non è la disabilità, anzi la disabilità non è nemmeno un problema, è solo una parola monca. Disabile in sé non ha alcun significato, è come dire abile. La trasmigrazione del pensiero associa le parole con attributi di valore.
“Costui è disabile” ha una caratterizzazione di giudizio che dal punto di vista semantico è assolutamente apodittica. “Costui è molto abile” o “Costui è poco abile” son sempre affermazioni senza alcun significato specifico.
Per definire l'abilità, e quindi la disabilità, occorre aggettivare in modo specifico, solo la definizione costituisce meto di giudizio compiuto.
Sicché “Costui è inabile a scalare una montagna” implica che non stiamo parlando di un buon alpinista, inducendo un metro di giudizio negativo in un contesto, ininfluente in tanti altri.
“Costui è molto abile a rubare i portafogli sugli autobus affollati” indica un borseggiatore professionista, soggetto che per qualcuno può certamente essere indicato come esempio da seguire ma che, in generale, non dovrebbe appartenere alla pletora dei comportamenti degni di lode.
Persone mediamente abili nella logica sapranno cercare e trovare moltissimi esempi per spiegare il concetto.
Paradossalmente coloro che si ritengono “abili” fanno una estrema confusione tra i “costrutti sociali” e le leggi di natura. Ad esempio coloro che seguono il PEI hanno una certificazione delle competenze, mentre i “normali” sono affrancati da questa incombenza e associati alla “auerea mediocritas” le cui scale son definite da punti numerici che semplicemente “semplificano” educando al concetto di massa informe e gerarchizzata da codici interni. L'abile scompare diventando un sessanta, un ottanta financo un cento ma perde le abilità certificate, semplicemente perché nessuno è in grado di farlo per la semplice ragione che delle abilità da certificare ne possiede solo alcune …
Abbiamo esaminato un sordo profondo, non segue il PEI e parla con la voce metallica tipica di chi quel suono conosce. Didascalico, completo e, ovviamente, incapace di cogliere connessioni tra discipline che appartengono a piani differenti. Non si potrà mai chiedergli di descrivere l'emozione come il canto del grillo di una notte di mezza estate, ma nell'eseguire dei compiti con efficienza e accuratezza non avrà rivali se ne ha volontà.
Ho esaminato un candidato presentatoci come “eccellente”, lo ho esaminato personalmente con un colloquio come dovrebbe esser fatto, rilevando una preparazione a macchia di leopardo con veri baratri nella conoscenza di alcune discipline. Abilità certificabili nessuna, potenzalità nella norma. Per non deludere i presentatori gli ho dato il massimo, sperando che i colleghi comprendano che l'effetto alone è ineliminabile ma non può essere determinante, che l'attribuzione di un valore diventi indipendente dal grado di somiglianza del valutato con il valutatore. Bisogna sempre guardarsi dalla tentazione dell' ecco, io, per esempio … Il tremendo Narciso che s'annida nelle nostre viscere ci fa credere davvero di essere degli esempi, ma per l'appunto il Narciso è nelle viscere, noi dovremmo ragionare con la testa, specialmente se ci riteniamo normodotati o, peggio, in qualche cosa abili.
“Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera.”(PinoDe Luca)
venerdì 1 luglio 2011
Citazionando:Saper ascoltare
"... Molte mete: la cascata, il lago, le rapide, il mare, e tutte le mete venivano raggiunte, e a ogni meta una nuova ne seguiva, e dall'acqua si generava vapore e saliva in cielo, diventava pioggia e precipitava giù dal cielo, diventava fonte, ruscello, fiume, e di nuovo riprendeva il suo cammino, di nuovo cominciava a fluire.
Ma l'avida voce era mutata. Ancora suonava piena d'ansia e d'affanno, ma altre voci si univano a lei, voci di gioia e di dolore, voci buone e cattive, sorridenti e tristi, cento voci, mille voci.
Siddharta ascoltava. Era ora tutt'orecchi, interamente immerso in ascolto, totalmente vuoto, totalmente disposto ad assorbire; sentiva che ora aveva appreso tutta l'arte dell'ascoltare. Spesso aveva già ascoltato tutto ciò, queste mille voci nel fiume; ma ora tutto ciò aveva un suono nuovo.
Ecco che più non riusciva a distinguere le molte voci, le allegre da quelle del pianto, le infantili da quelle virili, tutte si mescolavano insieme, lamenti di desiderio e riso del saggio, grida di collera e gemiti di morenti, tutto era una cosa sola, tutto era mescolato e intrecciato, in mille modi contesto. E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita..."(Hermann Hesse,Siddharta)