martedì 30 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
Elezioni regionali ed amministrative del 28 - 29 marzo 2010:Affluenza alle urne
Dati relativi alla affluenza alle urne regione per regione
sabato 27 marzo 2010
Elezioni regionali ed amministrative 2010: quando e come si vota, il corpo elettorale e la tessera elettorale
QUANDO SI VOTA
Domenica 28 marzo, dalle ore 8.00 alle ore 22.00, e lunedì 29 marzo, dalle ore 7 alle ore 15, nelle regioni a statuto ordinario si svolgeranno le elezioni del Presidente e del Consiglio regionale di 13 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria), del Presidente e del Consiglio provinciale di 4 province (Imperia, Viterbo, L’Aquila e Caserta), del sindaco e del consiglio comunale di 462 comuni (di cui 9 capoluoghi di provincia: Mantova, Lecco, Lodi, Venezia, Macerata, Chieti, Andria, Matera e Vibo Valentia) nonché dei consigli circoscrizionali.
Nella medesima data si svolgerà il solo turno di ballottaggio nei comuni di Spadola (Vibo Valentia) e San Benedetto dei Marsi (L’Aquila).
Le operazioni di scrutinio per le elezioni regionali avranno inizio lunedì 29 marzo, subito dopo la chiusura della votazione e l’accertamento del numero dei votanti per tutte le consultazioni che hanno avuto luogo; per le elezioni provinciali e comunali, lo scrutinio avrà, invece, inizio alle ore 8 di martedì 30 marzo con precedenza alle elezioni provinciali, salvo che nelle regioni Molise e Abruzzo, non interessate alle elezioni regionali, dove le operazioni di scrutinio per le elezioni amministrative avranno inizio lunedì 29 marzo, al termine delle operazioni di voto e di riscontro del numero dei votanti.
In caso di effettuazione del turno di ballottaggio per l’elezione dei presidenti di provincia e dei sindaci, si voterà domenica 11 aprile, sempre dalle ore 8.00 alle ore 22.00, e lunedì 12 aprile, dalle ore 7.00 alle ore 15.00 mentre le operazioni di scrutinio avranno inizio nella stessa giornata di lunedì, al termine delle votazioni e dell’accertamento del numero dei votanti.
COME SI VOTA
ELEZIONI REGIONALI (SCHEDA VERDE)
L’elettore può:
- votare per una delle liste provinciali, tracciando un segno nel relativo rettangolo. Il voto così espresso s’intende attribuito anche a favore della lista regionale collegata;
- esprimere un voto disgiunto, cioè tracciare un segno nel rettangolo recante una delle liste provinciali ed un altro segno sul simbolo di una lista regionale, non collegata alla lista provinciale prescelta, o sul nome del suo capolista. In tal caso il voto è validamente espresso per la lista provinciale e per la lista regionale prescelte anche se non collegate fra di loro;
- esprimere un unico voto per una delle liste regionali e per il suo capolista tracciando un segno sul simbolo di una lista regionale o sul nome del capolista, senza segnare nel contempo, alcun contrassegno di lista provinciale. In tal caso s’intende validamente votata la lista regionale ed il suo capolista, mentre è esclusa ogni attribuzione di voto alla lista o alle liste provinciali collegate.
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In ogni caso, l’elettore può esprimere un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere compreso nella lista provinciale prescelta, scrivendone nell’apposita riga tracciata sulla destra del contrassegno il nominativo (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita).
NOTA - Le modalità di espressione del voto di cui sopra si applicano alle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio e Basilicata. Per quanto riguarda, invece, le Regioni Toscana, Marche, Campania, Puglia e Calabria le modalità di voto sono disciplinate dalle rispettive leggi regionali. LEGGI TUTTO
giovedì 25 marzo 2010
martedì 23 marzo 2010
In Italia c'è bisogno di Sinistra....
"La mia aspirazione all'equità mi ha fatto ideare una massa di popolo, di lavoratori della terra, i quali intelligenti, forti, robusti, uniti, s'avanzano come fiumana travolgente ogni ostacolo che si frappone per raggiungere luogo ov'ella trova equilibrio"
Lo spot 3D: Veniamo da lontano ed andiam lontano
-Realizzato da PdCITV-
venerdì 19 marzo 2010
Politica penosa per problemi penici penalmente perseguibili...
Perché Frisullo e Valente, alla pari della Cosentino e degli altri improbabili “individui di potere” all'interno di questa vicenda e all'interno di vicende simili in altre regioni d'Italia, sono delle vittime più che dei colpevoli. Vittime di una mediocrità intrinseca, della coscienza della impalpabilità del proprio carattere e della inutilità della propria esistenza. Cialtroni che per esistere hanno bisogno di sapere che “contano”. E nel ventennio del trionfo del populismo, contare significa essenzialmente fottersene delle leggi, aggirarle e far vedere che si ha il potere di farlo.
In sostanza tutti si vogliono sentire Sultani come Lui, il cavaliere mai condannato, colui che dispone di batterie di avvocati che gli cuciono le leggi addosso a spese di tutti, colui che da quando è sceso in politica subisce decine di processi e infatti è sceso in politica proprio per non finire ai ceppi.
Non capiscono, gli imitatori dell'improcessabile, che la legge ad personam è estensibile solo se non confligge con gli interessi del destinatario primo. Sembra che il Frisullo si dilettasse con le medesime puttane (mestiere che rispetto) con le quali usava accompagnarsi l'end user, di certo che il fornitore è comune. Frisullo va in galera, Berlusconi in vacanza.
E i magistrati, cattivi e comunisti, son lì a “determinare le sorti della democrazia” arrestando l'ex vice presidente di Vendola, eppure erano comunisti sia Frisullo che Vendola e dall'altra parte si verifica una situazione ai limiti del grottesco: si manifesta comprensione per Frisullo, silenzio sul caso personale e si chiede a Vendola di rispondere politicamente delle vicende della sanità pugliese così aggrovigliate con questioni penali, peniche e, soprattutto, penose.
I sacerdoti primari della “casta”, gli inventori della clientela e della corruzione midollare, del debito fuori bilancio e della politica dei “cazzi propri” fanno squadra.
I colpevoli sono i magistrati, i giornalisti e quelli che cacciano i mercanti dal tempio. In nome di un principio liberale oggi tanto di moda, tanto richiamato quanto mai esplicitato.
Veniamo ai fatti. LEGGI TUTTO (di Pino De Luca)