Però una classificazione etimologica possiamo approcciarla.
Il termine più antico è lasagna, derivazione diretta di “lagana”, ovvero striscia.
Subito appresso abbiamo i vermicelli, la tryah, così chiamati per la loro forma lunga e, poiché fatti manualmente, anche ritorta.
Simili allo spago, più lunghi e sottili perché derivati dai primi profilati, gli spaghetti.
Gli ziti erano il piatto della “promessa di matrimonio” perché festeggiavano un fidanzamento (per appunto gli ziti) e come augurio di prolificità al matrimonio: gli zitoni
Paccheri e schiaffoni sono onomatopeici, è il rumore di quando cadono nel sugo.
Rigatoni e millerighe, cugini magri dei paccheri per il bordo tanto zigrinato da raccogliere il massimo del condimento.
Poi i nomi da similitudine con oggetti d'uso comune: ruote, anelli, crocette, anellini, fettucce.
Da similitudine con parti del corpo: lingue e linguine, capellini, orecchiette, gomiti, tortellini (ombelico), occhi e ricci.
Da similitudini della natura: lumache, farfalle e farfalline e farfalloni, conchiglie, telline, occhi di lupo, occhi di elefante, semi di mela, semi di melone, acini di pepe, lenti, sedani e sedanini, rosmarino.
Ed eccoci alle similitudini con l'abbigliamento: trenette (piccole trine), bavette, maniche e mezze maniche, creste, stivaletti, fiocchi, pennacchi, guanti e fibbie.
Poi forme geometriche: quadrucci, tubetti e tubettini e tubettoni, cannoli, cannelloni e canneroni.
Eventi storico-geografici: tripolini e assabesi legati al colonialismo italiano in Africa. Mafalde, mafaldine, margherite dai nomi di regine dell'italico regno.
Dalla fede paternostri e avemaria (la cui cottura dura il tempo della preghiera …)
I fedelini invece non c'entrano nulla con la fede, ma poiché assorbono molta acqua il loro nome deriva dall'arabo “fad” che significa crescere.
E poi le forme: fusilli, tortiglioni, eliche; la manifattura con la lama: maltagliati, tagliolini e tagliatelle.
Di penne e pennette lisce o rigate è facile intuire l'origine.
Avanzano gnocchi e bucatini sui quali incidono la forma nel primo caso e la modalità di consumo nel secondo.
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