sabato 14 maggio 2011

Pensiero goloso:Spumone alle fragole

Morde la crisi. Morde forte. E quando i morsi della crisi affondano le fauci nelle carni di una comunità, il domani è paura invece che speranza, è ansia piuttosto che voglia di libertà, è ricerca di solitudine invece che di convivio.
Quando del futuro v'è timore il passato ci attrae e come cuccioli di canguro spaventati corriamo verso il marsupio materno.
Racconti lugubri e visioni terrorizzanti ci annebbiano la vista e rabbuiano la vita, spingendoci verso la clausura, l'isolamento, la tristezza profonda. Denaturandoci, dissolvendo la proprietà prettamente umana della socialità, della condivisione, del desiderio di relazione che ci pervade.
L'arte del mangiare vuole essere un momento di riflessione anche su questo. Che di ricette ve ne sono millanta e di interpreti delle stesse millanta e uno. Questo è l'agoraio dove gli strumenti dei sarti cucitori giacciono in attesa di mani capaci di intessere, ricamare, annodare trame e orditi per disegni di percorsi capaci di donar sorriso e letizia. A te, che leggi distratto o concentrato, va la mia richiesta d'aiuto. Prendi l'ago e cuci, rammenda, unisci, ricama con i colori, gli aromi e i sapori che madre natura ci offre e mano umana mette insieme. Scava nella storia ancestrale alla ricerca dell'antico buono, portalo a galla e combinalo con il nuovo, creando nuovi innesti, piante nuove con radici antiche. Io mi provo a farlo, spesso in solitudine e, a volte, trovando tesori inestimabili. Ma a che serve un tesoro se non si può condividere? Si può esser felici da soli? Vi è forse una festa senza convivio? A questo ti invito. Alla ricerca, a quella che ti porta a scoprire il valore di cose che sembrano banali, tanto da esser dimenticate. Quanti ricordano il meraviglioso gusto della fetta di spumone gustata in piazza mentre le note di una banda, sulla cassa armonica, disegnano l'atmosfera della Lucia di Lammermoore o della Cavalleria Rusticana?
Lo spumone già, quello servito nel piattino d'acciaio rivestito da una tovaglietta di carta, con il cucchiaino d'acciaio a punta quadrata. Un pezzo duro con la pancia di pan di spagna imbevuto d'alchermes, o con i canditi nel gelato di vaniglia, o con la granella nella nocciola o....
Quanti spumoni esistevano nei loro contenitori metallici. Esistono ancora questi gelato artigianali tipici del salento. Come si fa lo spumone? Si serve intero? In quarti, in terzi, bisezionato? E cosa si beve con lo spumone?
Acqua? Acqua e anice? San Marzano? C'è un vino per lo spumone? E una birra? E quale spumone s'accompagna con Toreador? Ce ne sono di domande vero? Ma siamo a maggio ed è tempo di fragole, e allora? Allora si prendano tre etti di fragole mature, l'albume di un uovo, un etto o poco più di zucchero a velo, un pezzo di vaniglia, un limone e due etti di panna montata. Prima di cominciare foderiamo uno stampo metallico con pellicola e mettiamolo nel freezer. Poi lavate e asciugate le fragole si tagliano e si frullano, l'albume si monta a neve e si incorpora il tutto delicatamente. Si unisce sempre delicatamente lo zucchero a velo continuando a lavorare con la frusta. Aggiungere quindi semi di vaniglia, uno o due cucchiai di succo di limone e la scorza del limone grattugiata. Sempre mescolando. Adesso viene il difficile: Incorporare la panna montata nella composta, si suggerisce di usare una spatola e mescolare dall'alto verso il basso piuttosto che da destra verso sinistra.
Quando tutto è pronto versarlo nello stampo freddo e rimetterlo nel freezer per almeno 6 ore. Per servire capovolgere, levare la pellicola e guarnire con fettine di fragola. Questo è un semplice spumone alle fragole. E voi lo spumone come lo fate? Per accompagnarlo io uso la Puglia Colada Vergine. Non sapete cosa sia la Puglia Colada Vergine? Ve lo racconto la prossima volta. Se continueremo a fuggire la solitudine. (Pino De luca,da Nuovo Quotidiano di Puglia del 13-5-2011)


Nessun commento: