giovedì 17 gennaio 2013

L'opinone:"Sul voto utile"


Io di politica non mi voglio interessare, lo ho deciso da tempo. Eppure ci ricasco, ci ricasco ogni volta. Ci ricasco ogni volta che sento pontificare dei signori esprimendo delle gigantesche castronerie e facendolo da pulpiti sui quali siedono per ragioni imperscrutabili, o forse fin troppo comprensibili.
Non trovo mai scandaloso che qualcuno abbia delle idee dalle mie divergenti. Il mio amico fraterno, il più fraterno di tutti, scomparso misteriosamente in Turchia molti anni or sono, era di destra. Aveva delle idee alle mie opposte ma le aveva per la miseria. Ne abbiamo fatti di litigi, si scazzottate finanche e picchiavamo duro. Quando eravamo spossati, con gli occhi neri e le labbra tumefatte, il corpo pieno di lividi e le costole incrinate, doloranti e affannati, ce ne andavamo ad un bar a scolarci una cassa di birra, raccontandoci dei nostri sogni e delle nostre passioni …
Mi fa schifo chi invece le idee le prende a prestito secondo il gettone che scivola nella tasca, l’opportunità e il favore di vento per sospingersi su corriere che portano a carriere. Lo so che è un errore e che il mondo di adesso è fatto di taxi sui quali salire e scendere secondo il tragitto, ma io cammino a piedi per la mia strada, spesso solitaria e tante volte polverosa, in salita e con il vento contrario. Mi preferisco così e comunque non è questo il tema.
Il tema è questa singolare idea che alcune persone lanciano come geniale: il “voto utile”. Secondo questi gaglioffi o sprovveduti esiste un voto utile contrassegnato dal fatto dichiarato ineluttabile che il PD e il PDL sono le realtà politiche del Paese e che si debba necessariamente scegliere una delle due parti. Secondo il giornalista (così viene citato) Stefano Folli, del Sole 24 Ore, quotidiano di Confindustria, addirittura il concetto di “voto utile” dovrebbe essere la strategia politica del PD per confermare la “genialata” di Veltroni capace di far vincere Berlusconi con la più ampia maggioranza della storia d’Italia e tenere la sinistra “estrema” fuori dal Parlamento.

Il Signor Folli che chiama un pezzo di storia italiana che ha sul groppone la Costituzione Più Bella del Mondo (Benigni) sinistra estrema e non dice una parola sul fatto che dei fascisti e dei secessionisti infettino le istituzioni repubblicane.
Siamo davvero al paradosso. E quando il paradosso esiste con il paradosso si risponde: il “voto utile” è quello che NON si da a PD e PDL che, insieme, sono i responsabili di un ventennio di degrado politico del Paese, di una crisi economica e sociale della quale portano la gran parte di responsabilità, altro che viene da fuori. Può darsi che venga da fuori ma qui ha trovato porte spalancate e salotti d’accoglienza.
Non mi interessa la desistenza né i favoritismi, nel 2008 Veltroni preferì spalancare le porte a Calearo, noto moderato, e Scilipoti. Rispetto per le scelte quando compiute, ma non mi aspettavo né mi aspetto che Bersani faccia delle scelte perché, vox Folli, gli vengono dettate da Confindustria. Preferisco pensare che è il PD a candidare esponenti di Confindustria e della CISL piuttosto che immaginare che Confindustria e CISL candidino Bersani.
Ciò detto la mia speranza è che i responsabili dello sfascio siano mandati a casa, so bene che sarò minoritario ma son felice, sono nato libero e servire non è nel mio orizzonte.( di Pino De Luca)

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