lunedì 9 novembre 2009

Cultura : Anniversari

Il calendario sa compiere scherzi singolari: il sette novembre è l'ultimo dei “dieci giorni che sconvolsero il mondo”. Termina vittoriosamente la Rivoluzione d'Ottobre. Vladimir Ilic Ulianoff, detto Lenin, abbate il potere zarista e porta al potere le classi subalterne della Russia instaurando il potere sovietico che, otto anni dopo, avrebbe portato alla dittatura di Ioseb Besarionis Dze Jughašvili detto Stalin.
Stalin governò la CCCP (Unione delle Repubblice Socialiste Sovietiche) Russia dal 1925 al 1953 con terrore e pugno di ferro. La sua partecipazione vittoriosa alla seconda guerra mondiale lo portò al trattato di Yalta e alla divisione del mondo tra le due superpotenze: USA da una parte e URSS dall'altra. Capitalismo e Socialismo Reale si confrontarono per trentasei anni in una forma di guerra nuova: la Guerra Fredda. Lunga stagione di piccole guerre locali e di alti e bassi nell'evoluzione economica e sociale. Equilibrio del terrore si chiamava. Il punto più evidente, fisico, della spartizione era un muro: Berlino, capitale della Germania Hitleriana, era divisa da un Muro oltre il quale c'era la cosiddetta “cortina di ferro”.
Negli anni '80 del secolo scorso, un Papa Polacco, le mutate condizioni economiche e tecnologiche e l'insorgere di nuove ideologie porta alla caduta dell'impero sovietico e alla demolizione del Muro di Berlino. È il nove di novembre. In soli due giorni si consumano due anniversari, l'ascesa di un sistema di potere e il suo crollo.
Trovo interessante ragionare sugli “anniversari”. Non so dire se anche altri popoli hanno un bisogno così spasmodico di “taggare” i giorni, di caricarli di valore simbolico. Certamente lo facevano i Greci ed i Romani che, avendo tanti dei, ad essi associavano giorni e periodi dell'anno. Certamente lo hanno fatto i discendenti di Abramo, basta ricordare che i giorni vengono scanditi dalla genesi e che i tre rami moderni della religione di Abramo si distinguono anche per il giorno del riposo.
Antropologicamente è certamente punto di valore fermare la memoria su eventi straordinari. Solo che, a volte, si esagera. L'italico suolo annovera, fra le altre, la festa della mamma, del papà e, da qualche anno per lungimirante azione parlamentare, anche la festa del nonno. Auguriamoci che ci si fermi con i gradi di parentela, nelle famiglie allargate si rischia l'ingorgo degli auguri.LEGGI TUTTO

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