lunedì 14 febbraio 2011

Pensieri su San Valentino...e non solo

14 Febbraio, San Valentino.

Dice Marcello: è possibile pensare ad un vino che si beve in due? Magari che accompagna un piatto che si mangia in due? Si Marcello, è possibile, possibilissimo, piacevole, piacevolissimo. Non scomodo Apicio e nemmeno Mastro Berardo. Io credo però che dei due bisogna parlare, immaginarli, altrimenti tutto diventa oggetto esanime, merce d'accatto, tintinnar di moneta o, peggio, manifesto di potere. L'amore è resa, abbandono, rilascio d'ogni resistenza, abbandono d'ogni calcolo e raffronto, sublimazione nel pensiero e nell'immaginario singolo e condiviso. È ossimoro fecondo nell'irrazionale lucidità che l'accompagna, nel confuso miscelar di membra che assegna nette funzioni ad ogni parte del corpo, nella violenta vitalità che ogni cellula sopita porta al risveglio. E i due me li immagino maturi, di lunga pezza, che si conoscono bene da tanto e che non hanno perduto la voglia di stupirsi. L'uno con la passione di agghindar la tavola e l'altro con quella di preparar da mangiare. E siccome io prediligo la seconda della seconda vi dico. In frigo una bottiglia di Spumante Rosé Rosa del Golfo. Ci si procurano alcune fette sottili di Capocollo di Martina, una dozzina di gamberoni Gallipolini e un avocado sodo e maturo. OEVO, sale nero di Cipro, pepe bianco, erba cipollina e un limone e un'arancia, e della rucola selvatica.

In una bottiglietta come quella dei succhi di frutta ben lavata si mette qualche cucchiaio di OEVO e il succo di mezzo limone, un pizzico di sale e del pepe. I gamberoni si privano di testa e carapace, si dispongono in una terrina e, agitata la bottiglietta, si bagnano con l'emulsione che s'ottiene e si lasciano riposare. Intanto si pulisce l'avocado, si taglia a tocchetti e si dispone in una zuppiera bagnandolo con il restante succo di limone. Quando è tempo di servire disporre su un letto di rucola ben lavata i pezzi di avocado e degli spicchi d'arancia tagliati in due, poi i gamberi scolati e, sopra, le fette di capocollo scottate in un dito di olio bollente.

È un piatto di grandi profumi e grandi contrasti come solo l'amore vero sa essere, e lo spumante fresco è lì, per mediare con le sue bollicine tra il calore del capocollo e il gelo dell'avocado, la dolcezza dei gamberi e il piccante della rucola.

E il sale dev'esser nero e il pepe bianco, perché tutto sia diverso da come sembra che il banale non è per chi si ama. Non importa se siete coniugi o amanti, fidanzati o sposati, eterosessuali o omosessuali, io dedico questa piccola cena a tutti coloro che condividono con me l'idea che “chi s'appaga non paga ma, semplicemente, ripaga (se è in grado di farlo)”.

Buon San Valentino a tutti.(di Pino De Luca)

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