Ne fece per primo esperienza Karl Marx quando vide il suo sogno realizzato non già in una area a “capitalismo avanzato” bensì in un paese arretrato come era la Russia del 1917, ho il piacere di vivere anche io, che con Marx condivido tra l'altro l'anniversario: il giorno in cui egli morì io ho avuto il privilegio di nascere, ovviamente molti anni dopo.
Al centro della “Rivoluzione Liberale” dell'Italia, nel 2012, qualche centinaio di anni dopo le rivoluzioni liberali di Stati Uniti e Francia.
Archiviata al momento la “Rivoluzione proletaria” per assenza dei proletari (siamo tra i paesi nei quali si fanno in meno figli), la profezia del grande maestro Mario Monicelli prende forma.
Nel paese di Machiavelli, Gramsci e Benedetto Croce il conto con les citoyens è stato continuamente rinviato.
Rinviato durante il Risorgimento trasformatosi rapidamente da moto rivoluzionario a guerra di annessione e di ridefinizione gattopardesca dei poteri: tutto cambiò perché tutto fosse immutabile.
Rinviata dopo la Grande Guerra alla quale si rispose all'esigenza di ammodernamento con l'alleanza tra capitalismo becero, latifondisti, chiesa oscurantista generando l'Italia delle Corporazioni e quel fenomeno dittatoriale che avrebbe fatto scuola nell'intera Europa. Pochi rammentano infatti che il Fascismo nacque prima del Franchismo e del Nazismo e anche dello Stalinismo.
Presidenti della Repubblica si sono succeduti con coefficienti di apprezzamento colossali semplicemente perché in un paese di ciechi chi è orbo fa sempre il sindaco.
Ci siamo: la frutta. La cena è finita, occorre sparecchiare, lavare i piatti e pagare il conto.
La rissa si scatena, i più satolli pensano alla siesta e tocca chiamare i “tecnici” per risolvere la questione.
I Tecnici son coloro che, per anni, hanno pensato ai cavoli propri e ora, forti del fatto che intorno vi son solo mentecatti, assurgono al ruolo di “sistematori”.
Un governo liberale che nessuno ha votato prende la fiducia di un Parlamento che nessuno voterebbe e comincia a fare il lavoro “sporco” che pusillanimi e gaglioffi non hanno voluto o saputo fare. Un governo liberale che fa riforme liberal
i: liberalizza, sul serio e per davvero. I predecessori anche le hanno fatte. Hanno chiamato liberalizzazione la spartizione dei beni pubblici ad amici e amici degli amici.
Un governo pulito e di destra (sembra una contraddizione in termini per quello che è stata la destra in Italia) al quale non riesce a contrapporsi una forza politica pulita e di sinistra non comunista (anche questa sembra una contraddizione in termini per quello che è stata la sinistra non comunista in Italia) e allora la rivoluzione liberale va avanti e si incontra e si scontra con piccoli privilegi, grandi interessi e rendite di posizione. Destinate a soccombere perché in ritardo sulla storia passata immaginiamoci su quella futura.
Non gongolo per ciò che sortirà dalla rivoluzione liberale. Sarà un paese di individui liberi e diseguali, con l'animo del darwinismo sociale appena mitigato dalla solidarietà caritatevole di mecenati laici o di chiese accoglienti.
Spero Che non scorra troppo sangue e cadano le teste solo virtualmente, anche se la storia insegna che le rivoluzioni borghesi sono le più feroci e le più sanguinose.
Per noi che abbiamo immaginato un mondo diverso ci sarebbe una speranza, flebile ma esiste: dieci milioni di proletari, giovani africani con le loro legittime attese di una vita migliore e il loro bagaglio di senso morale possano invadere con il loro sangue giovane un paese vecchio e malato. Ma questa sarebbe un'altra storia …di Pino De Luca
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