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Del resto è un dato di fatto riconosciuto che l’Italia è uno dei paesi avanzati con un welfare obsoleto, che non è in grado di proteggere dai rischi e di promuovere scelte virtuose nella popolazione. Non a caso tra i paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico abbiamo uno dei tassi di occupazione giovanile più bassi e una delle peggiori combinazioni tra fecondità e partecipazione femminile al mercato del lavoro. A questo si aggiunge che il calo delle nascite degli ultimi 25 anni ci ha fatto diventare uno dei paesi con il più alto grado di invecchiamento.
Anche Svezia e Francia hanno livelli di longevità simili a quelli italiani. Ma nel nostro paese il rapporto tra anziani inattivi e occupati è nettamente peggiore: uno su due, contro la media del 38 per cento nell’Unione europea a quindici. Le nuove norme sull’immigrazione, quindi, sono un’ulteriore conferma che l’Italia è un paese poco attento ai veri problemi delle famiglie. Non solo le abbandona a se stesse, ma rende anche più difficile il ricorso alle risposte che con difficoltà tentano di darsi da sole. di Tito Boeri(fonte Internazionale.it)
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