ROMA - E alle ore 19 e 5 minuti arriva il voto di fiducia numero 5 in meno di quattro mesi di vita della XVI legislatura. Lo chiede il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito precisando che la richiesta nasce "solo da fatti tecnici e dall'ostruzionismo dell'opposizione non certo da divisioni all'interno della maggioranza".
C'è fretta. Il pacchetto Gelmini, dal maestro unico al grembiule fino al ritorno del voto in condotta scade il 31 ottobre. E con l'aria che tira, anche oggi davanti a Montecitorio centinaia di insegnanti hanno protestato alzando manifesti al ministro Mariastella Gelmini "Santa ignoranza" dopo i sit in del no-Gelmini day, non c'è alcuna possibilità che il decreto possa attraversare in tempo utile la discussione in commissione e nell'aula di Camera e Senato. Fiducia, quindi, come così spesso nella storia seppure breve di questa legislatura: così andò per l'Ici, per il pacchetto sicurezza con la norma sui processi, e per la Finanziaria.
Oltre alla fretta per motivi di calendario, bisogna anche ricordare che il pacchetto Gelmini ha creato non pochi mal di pancia nella maggioranza, tra i banchi della Lega soprattutto. Malumori che il governo ha subito provveduto a smentire.
Il maxiemendamento al decreto legge Gelmini è stato varato in mattinata dal Comitato dei Nove della commissione Cultura ma è approdato in aula solo alle sette di sera perchè sprovvisto della relazione tecnica che affronta la copertura economica.
Il presidente della Commissione Valentina Aprea si rammarica per il ricorso al voto di fiducia ("Non possiamo esprimere soddisfazione per una scelta del governo che interrompe il lavoro del parlamento") ma osserva che il nuovo testo "ricalca il provvedimento come è uscito dalla commissione cultura e recepisce il lavoro fatto in commissione Cultura e nelle altre commissioni che hanno ampliato e migliorato il testo". La democrazia, quindi, e l'attività parlamentare che ne è la diretta espressione, sono salve secondo pensiero e coscienza del presidente della Commissione.
Di opinione opposta l'opposizione. Durissimo il capogruppo del ps Antonello Soro: "Siamo indignati, quello che succede è gravissimo, si sta svuotando il Parlamento dalle sue funzioni. le persone libere si chiedano chi è lo sfascista in questo paese". Maria Coscia (Pd) accusa la maggioranza di aver saputo, in questi mesi, "solo alzare muri anzichè cercare il dialogo". Lino Duilio, anche lui membro della Commissione per il Pd, dice chiaro che "la maggioranza confgerma gionro dopo giorno di voler ridurre il Parlamento ad una succursale acritica del governo".
Ancora più netto l'intervento di Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. "La Gelmini? Vende fumo - dice l'ex pm - anche a me piace vedere i ragazzi col grembiule piuttosto che con i piercing sull'ombelico, o i tatuaggi. Tutti sentiamo il bisogno di mettere ordine nella scuola, ma quella del governo è politica dell'apparenza, perchè di fatto il decreto sa solo fare tagli".(da repubblica.it)
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