"Raramente si è visto un cambio di rotta tanto brusco nelle strategie aziendali", scrive l'Economist. "Fino a poco tempo fa avere denaro liquido era considerato pericoloso. Le imprese che accumulavano contanti erano guardate con sospetto. Dall'inizio della crisi, invece, c'è un disperato bisogno di liquidità".
La stretta creditizia ha modificato gli orizzonti della gestione finanziaria: "Il principio guida di tutti i manager è diventato all'improvviso quello di racimolare denaro a ogni costo e fare di tutto per conservarlo". I dirigenti, inoltre, si trovano intrappolati in una sorta di paradosso: "Fare il bene dell'impresa, e cioè ridurre le spese, non corrisponde sempre al bene degli azionisti, perché rallenta ulteriormente l'economia".
Come spiega il settimanale, "la crisi finirà e le aziende farebbero bene a prepararsi all'evento senza cedere alla frenesia dei tagli né alla tentazione di abbandonare in fretta le previsioni di crescita. Ma gli attuali manager, che sono cresciuti con il mito della produttività, non si fidano abbastanza del mercato da scommettere che il denaro tornerà a circolare". Questo cambio di prospettiva, conclude l'Economist, "sarà l'eredità lasciata dalla crisi al mondo aziendale".(da The Economist fonte Internazionale)
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