domenica 9 novembre 2008

Pinocchio uccide il crì-crì-crì!… di Alfio Tarullo

Nel capo 4 de “Le avventure di Pinocchio" Carlo Collodi ci narra come Pinocchio, sia pure involontariamente, uccide la propria coscienza per non riceverne i suggerimenti.
I nostri genitori, prodighi di consigli, negli anni in cui erano accetti e ben assimilati –l'educazione!- ci ripetevano, rimproverandoci bambinesche malefatte “Non ti rimorde la coscienza per aver fatto una sì cattiva azione?".Si trattava di “cattive" azioni infantili e innocue (tra queste: immergere le dita nel barattolone della profumata marmellata casalinga, desiderosi, come eravamo, di essenze dolci, necessarie al nostro sviluppo) La reprimenda era severa.Nei rebus sulla Settimana Enigmistica, per definire la risolutiva trascrizione “mente" (dal verbo mentire) viene disegnato il bimbo che ruba la fetta di torta e alla mamma dice NO", nascondendo la fetta dietro la schiena:Orribili mentitori eravamo, ma felici di non avere la salvifica possibilità dei poverissimi bambini che nulla potevano rubare dalla dispensa e quindi rimanevano moralmente integerrimi.
C'è sempre qualcuno che tende a dar consigli per immetterci e farci rimanere sulla “retta via" della morale consolidata, queste lodevoli indicazioni ai bambini sono divenute sempre più rarefatte, molti genitori temono di essere autoritari e quindi inaccetti.Per quanto riguarda la “politica" c'è sempre qualcuno o qualche movimento che ispira la sua essenza al rispetto della moralità collettiva, ormai in via di estinzione. Ma mentre i bambini accettavano (e forse continuano ad accettare) la sequela di consigli moralistici e di solidarietà verso gli altri che di questo han bisogno (ah, le vecchiette, aiutate ad attraversare la strada dai boy-scout!) sono proprio gli adulti, incalliti in grandiose e invisibili (talvolta, invero, evidenti) malefatte d'ogni genere a rifiutare perfidamente i sottili richiami che vengono dalla propria coscienza.Leggi tutto


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