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Un interessante risultato in questo campo viene ora da una ricerca sui topi dall’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Inmm-Cnr), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Centro alcologico della Regione Lazio che, oltre a confermare ancora una volta l'effetto nocivo dell'alcol, ha mostrato come nel caso di assunzione di vino rosso i suoi caratteristici componenti, polifenoli e antociani, ne limitano l'effetto tossico.
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“Abbiamo creato in laboratorio un modello della sindrome feto-alcolica”, ha spiegato Marco Fiore, dell’Inmm-Cnr, “in topi esposti durante la gravidanza e l’allattamento all’etanolo contenuto in una soluzione alcolica a base d’acqua e a quello contenuto nel vino rosso, entrambi a gradazione alcolica dell’11 per cento. Il confronto evidenzia differenze nella tossicità indotta, molto elevata nei topini esposti a soluzione alcolica, minima o persino nulla in quelli esposti a vino rosso”.
Dai risultati della ricerca è emerso infatti che i topini nati da madri che avevano assunto solo vino rosso non presentavano problemi cognitivi, mentre nel caso degli altri tipi di soluzione alcolica si è riscontrata una completa compromissione dell’ippocampo e di altre aree cerebrali, nonché delle proteine NGF (Nerve Growth Factor) e BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor).
“Lo studio spiegherebbe anche perché, nei Paesi dell’area mediterranea, dove è maggiore il consumo di vino rosso, la sindrome feto-alcolica sia più rara rispetto ad altri Paesi industrializzati, dove il consumo di alcol in gravidanza si basa prevalentemente su altre bevande alcoliche”, ha concluso Fiore, che firma un articolo sulla rivista "Neuroscience and Biobehavioral Reviews". “Ciò non toglie che, in ogni caso, il consumo di alcol in gravidanza o durante l’allattamento debba essere assolutamente evitato.” (fc fonte "LeScienze.it)
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