domenica 30 dicembre 2012

Pensiero profondo...L'Amicizia



L’amicizia è una religione senza Dio nè Giudizio finale. E non c’è neppure il diavolo. Una religione che non è estranea all’amore. Ma un amore dove la guerra e l’odio sono proscritti, dove il silenzio è possibile. Potrebbe essere lo stato ideale dell’esistenza. Uno stato tranquillo. Un legame necessario e raro. Non sopporta impurità alcuna. L’altro, di fronte, la persona che si ama, non è solamente uno specchio che riflette, è anche l’altro se stesso sognato.
L’amicizia perfetta dovrebbe essere una sorta di solitudine felice, spurgata dai sentimenti d’angoscia, di rifiuto e di isolamento. Non si tratta di una semplice storia di sdoppiamento nella quale l’immagine di se sarebbe passata attraverso un filtro, un esame che dovrebbe ingrandire i difetti e le carenze e ridurre le qualità. Lo sguardo dell’amico dovrebbe riconsegnarci la nostra immagine considerata in modo esigente. L’amicizia allora consisterebbe in questa reciprocità senza sfasature, guidata dallo stesso principio di amore: il rispetto che ciascuno deve a se stesso se vuole che gli altri glielo ricambino, naturalmente.
-Tahar Ben Jelloun-

domenica 25 novembre 2012

25 novembre: le donne ribelli che hanno sfidato la mafia


La “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne” nasce da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (la 54/134 del 17 dicembre 1999), con il quale è stato indicato il 25 novembre come giorno simbolo da dedicare alla riflessione e alla sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne.
In quella data, governi, Ong, associazioni sono chiamati ad organizzare eventi, incontri, iniziative e tutto ciò che possa essere utile a creare attenzione su un argomento che la politica dimentica, snobba e non pone mai al centro della sua agenda. Come mai l’Onu ha scelto proprio il 25 novembre? Lo ha fatto per riconoscere e ufficializzare un momento importante nella storia del movimento femminista mondiale e, in particolare, di quello latinoamericano, che, nel 1981, decise di riunirsi in Colombia proprio il 25 novembre, per ricordare l’assassinio, avvenuto nello stesso giorno del 1960, delle tre sorelle Mirabal.
Le Mirabal erano tre rivoluzionarie dominicane che si opposero al regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore al comando della Repubblica Dominicana per oltre 30 anni, fino alla sua uccisione avvenuta nel 1961. Il 25 novembre, dunque, in memoria di tutte le donne che hanno lottato e lottano contro la violenza, ma anche di chi soccombe, di chi non riesce a liberarsi dall’oppressione, fisica e culturale, materiale e psicologica. In Italia, nazione dentro i cui confini viene uccisa una donna ogni 3 giorni (102 le vittime dall’inizio del 2012), la Giornata internazionale viene celebrata dal 2005: inizialmente con sporadiche iniziative e con un’unica manifestazione di piazza, svoltasi a Roma nel 2007.
Negli ultimi anni, però, si sono moltiplicati gli eventi e gli incontri organizzati in occasione di questo giorno di riflessione e denuncia. In questi giorni, da Milano a Roma, da Torino a Palermo, Bologna, Genova, sono tanti gli eventi previsti per ricordare le tante donne uccise e quelle che vivono nel terrore e nel dolore, dentro le mura domestiche, dentro le famiglie-prigioni, per strada, nelle case e nelle auto dello sfruttamento. E tra le donne da ricordare, in questa occasione, partendo dall’esempio delle sorelle Mirabal, ci sono anche quelle che si sono opposte al potere oppressivo del crimine organizzato, con coraggio e voglia di riscatto.
A Milano, qualche giorno fa, sono stati trovati i resti di una donna, che è stata uccisa, bruciata e sepolta. Potrebbe trattarsi di Lea Garofalo, testimone di giustizia, assassinata nel 2009, il cui corpo si pensava fosse stato sciolto nell’acido in un capannone nei pressi di Monza. Forse, adesso, quella donna che aveva sfidato la sua famiglia e il marito boss di ‘ndrangheta che poi l’ha rapita ed eliminata, potrà ricevere una sepoltura degna ed avere dei funerali. Oltre a Lea, ci sono altre vittime da ricordare, altre donne coraggiose che hanno sfidato la mafia che, spesso, era parte della loro vita, sigillo criminoso della loro famiglia. Come Maria Concetta Cacciola, altra testimone di giustizia, la quale, dopo esser stata costretta a ritrattare pur di poter tornare dai suoi figli, si è suicidata al termine di una vita di violenze, sopraffazioni e umiliazioni.
Donne giovani, a volte giovanissime come Rita Atria, testimone di giustizia, anch’ella suicida dopo l’assassinio, in via D’Amelio, del giudice Paolo Borsellino, che era divenuto il suo unico punto di riferimento, una presenza paterna, irrinunciabile. E poi donne che la mafia l’hanno incontrata per caso o per lavoro, come Graziella Campagna, uccisa per aver scoperto la vera identità di un boss mafioso latitante, Emanuela Loi, la prima ed unica donna delle scorte ad essere uccisa (il 19 luglio 1992, in via D’Amelio), Renata Fonte, assassinata per la sua battaglia a difesa dell’ambiente contro la speculazione mafiosa. E tutte le madri coraggio che hanno reclamato verità e giustizia, come Ninetta Burgio, Saveria Antiochia, Felicita Impastato, Francesca Serio.
Accanto ad esse ci sono tutte le altre donne che hanno combattuto e, per fortuna, sono ancora tra noi, per lottare e testimoniare, come Piera Aiello (cognata di Rita Atria) o Giuseppina Pesce, collaboratrice di giustizia, e le donne magistrato, le poliziotte, le giornaliste, le sindacaliste, le insegnanti, le deputate europee come Sonia Alfano e Rita Borsellino, le figlie, madri, sorelle, mogli delle vittime innocenti di mafia e camorra, tutte quelle che alzano e hanno alzato la testa rifiutando ogni forma di violenza, persino quella apparentemente invincibile come quella mafiosa.
Nel giorno in cui si ricorda l’assassinio di tre sorelle rivoluzionarie, oppositrici di un regime arretrato e violento, la speranza è che questo Paese non dimentichi, ogni giorno, non solo il 25 novembre, le tante rivoluzionarie italiane che hanno contribuito e contribuiscono a frantumare pezzi di quell’immensa e appiccicosa coltre di violenza e orrore che inquina i polmoni del nostro vivere.
di Massimiliano Perna - ilmegafono.org 25 novembre 2012

domenica 18 novembre 2012

Citazionando...

“Che fine ha fatto la semplicità? 
Sembriamo tutti messi su un palcoscenico, 
e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.” 
(C. Bukowski)

domenica 28 ottobre 2012

Pensiero autunnale...E' già autunno

È già autunno, altri mesi ho sopportato
senza imparare altro: ti ho perduta
per troppo amore, come per fame l’affamato
che rovescia la ciotola col tremito.
(Elio Pagliarani)


domenica 21 ottobre 2012

Pensiero Poetico....La vita è ricca di amorosi incanti


La vita è ricca di amorosi incanti,
di splendide visioni luminose -
onde azzurre spumose alle scogliere,
garruli fuochi in lingue scintillanti,
volti di bimbi in estasi sognanti
come coppe imbevute di chimere.

La vita vende gli amorosi incanti,
nella pioggia il pineto profumato -
c’è la musica, un alto arco dorato,
caldi abbracci, devoti sguardi amanti,
delizie dello spirito incorrotte,
visioni come stelle nella notte.

Spendi tutto per doni come questi,
senza pensare al conto della spesa.
Un’ora in pace candida, sicura,
vale di mesi ed anni amara attesa:
per un respiro di estasi pura
da’ quel che fosti, o ch’essere potresti.
(Sara Teasdale)


domenica 30 settembre 2012

Pensiero Poetico...Nebbia

Nascondi le cose lontane
tu nebbia impalpabile e scialba
tu fumo che ancora rampolli
     su l'alba
da' lampi notturni e da' crolli
     d'aeree frane.

Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello che è morto!
Ch'io veda soltanto la siepe
      dell'orto
la mura ch'a piene le crepe
      di valeriane.

Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch'io veda i due peschi, i due meli.
    soltanto
che danno i soavi lor mieli:
    pel mero mio pane.

Nascondi le cose lontane
che vogliono ch'ami e vada!
Ch'io veda là solo quel bianco
    di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
    don don di campane.........

Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch'io veda il cipresso
     là, solo
qui, solo quest'orto, cui presso
     sonnecchia il mio cane.
-G.Pascoli,"I Canti di Castelvecchio"-



domenica 23 settembre 2012

Pensiero Poetico:Il silenzio




Qualche volta un silenzio può essere
apparenza di più vasti pensieri
che non possono aprirsi
alla cadenza di una voce giornaliera.
Ma questo non è il tuo caso
cara mia: il tuo caso è soltanto
totale mancanza di allegria.
-Patrizia Cavalli-

domenica 19 agosto 2012

Pensiero Poetico : Parole

Che la parola spezzi, ferisca, 
che s’inchiodi proprio nel cuore umano.
Non ci siano parole vuote, 
frasi fatte e risposte che girino 
come banderuole morte.
Andare per il mondo abbattendo statue, 
scavando abissi, 
precipitandoci a tentoni 
nei nostri silenzi.
Dividere tutte le muraglie, 
schiaffeggiare l’autunno falso 
che mai abbiamo conosciuto 
e giungere così alle liquide radici 
dei sogni.
(Alfonso Chase ”Albero del tempo, IV”)

sabato 28 luglio 2012

L'opinione su:Taranto


Senza se e senza ma mi sento solidale con Patrizia Todisco, magistrato di Taranto, che ha assunto l'onere di emettere il provvedimento di sequestro dell'Ilva e e mandati di arresto annessi.
Un onere pesantissimo che non può che far onore alla toga che la suddetta indossa. 
Di fronte alle decisioni difficili si vede la scorza delle persone e questa era una decisione difficilissima, sottoposta a pressioni tanto possenti quanto contrastanti.
Già il segnale del cambio al vertice dell'Ilva ha qualcosa di inquietante.
Bruno Ferrante, da Lecce, Prefetto di Prima Classe e già Capo di Gabinetto al Ministero dell'Interno  nonché con un breve incarico di Commissario Anticorruzione. Lasciata la carriera politica dopo aver sconfitto Dario Fo e perduto con Letizia Moratti, diventa Manager di IMPREGILO e tramite essa di Fibe Campania, azienda con notevoli successi nel trattamento dei rifiuti …
Ad arricchire il curriculum anche un breve periodo di Vice Capo della Polizia.
Non si capisce bene quindi la scelta della proprietà e il mandato ad un Manager di cotal curriculo nel quale la conoscenza del mercato dell'acciaio, delle materie prime, dei cicli di produzione se esiste è d'una assoluta trasparenza.
Ed ecco quindi la Todisco, che non conosco ma immagino di altezza media e di studi altissimi, che deve decidere sapendo che ha di fronte una pletora di molossi con la bava alla bocca, travestiti da giornalisti, così avvezzi al servilismo che abbaiano al giudice anche quando non gli viene richiesto.
E lo fanno raccontando sciocchezze, distorcendo la verità, utilizzando descrizioni improbabili. Facendo confusione, creando scompiglio e innalzando polveroni. Patriza Todisco non è un Pubblico Ministero, una parte del processo che si farà, ma un Giudice, E questo Giudice previsto dall'ordinamento, emana ordinanze e lo fa in nome del popolo italiano, anche di coloro che vanno reclusi e dei cani da guardia in servizio permanente effettivo.
Il GIP, Giudice delle Indagini Preliminari, fu istituito su can can dei “Garantisti a gettone di presenza” per sostituire il Giudice Istruttore e con “funzioni preordinate a garantire l'indagato nella fase delle indagini preliminari.”
Ovvero gli atti compiuti da Patrizia Todisco, GIP a Taranto, non sono compiuti su autonoma iniziativa della quale il GIP è privo, ma su richiesta della Procura e considerati TUTTI GLI ATTI FAVOREVOLI AGLI IMPUTATI.
Rimane in piedi la questione Ilva, la necessità di una industria dell'acciaio in Italia in generale e a Taranto in particolare.
Tanti coyotes guaiscono di dolore quando si mette in discussione la presenza delle acciaierie a Taranto, ma le loro voci non si sentivano quando Thyssen-Krupp smantellava Terni e Torino con conseguenze drammatiche per gli operai e, in qualche caso, tragiche.
Ora s'appellano agli operai scatenando il più odioso dei ricatti: salute in cambio di lavoro, e comprendo la preoccupazione di chi deve portare il pane a casa e non ha altro modo che quello di avvelenarsi. La comprendo e mi fa soffrire ma poi ci sono due cose che tramutano la sofferenza in rabbia: un territorio è stato devastato e derubato delle sue ricchezze promettendo “sviluppo” e quel pane duro che prima si poteva impastare con la spigolatura di una terra fertile e generosa non c'è più, e il pane che si guadagna avvelenandosi è a sua volta velenoso.
E non vanno arrestati? Non si deve mettere fine a questo crimine perpetuato per anni nella indifferenza di classi dirigenti pavide e corrotte, di sindacati dagli occhi pieni di salame e amministratori che evitavano di guardare verso i rioni dei reietti, i rioni ad alto tasso criminale li chiamano. E sono quelli delle vittime della morte lenta ed inesorabile che comincia lo stesso giorno in cui vieni alla luce.
Troppo comodo privatizzare i profitti e lasciare che altri paghino i costi. Chi ha fatto il danno e riscosso il guadagno è tempo che assuma oneri e responsabilità. Saldato il conto possiamo parlare. Gli operai senza lavoro? Si cominci l'opera di bonifica e vediamo quanti operai occorrono, si provi ad edificare industria vera, che inserisca tra i costi aziendali anche quelli sociali, che abbia rispetto per l'ambiente e per la vita. Vediamo quanti operai ci vogliono. Da altre parti lo fanno e stanno sul mercato. Perché qui non si può?di Pino De Luca

sabato 21 luglio 2012

Pensiero Profondo:Amicizia


Se tra i mari un amico intimo rimane,
anche l’orizzonte più estremo
può sembrare vicino.
-Wang Bo-

giovedì 19 luglio 2012

Pensiero poetico:Ti regalo una rosa...

A te che stai leggendo questa pagina:
regalo una rosa…
perchè tu possa sentirne il profumo dolce ed estivo,
per ammirarne il colore unico e perfetto,
per capire che le spine ci sono
ma basta saperle maneggiare per farle essere innocue,
per scoprirne il cuore prezioso,
perchè i petali possano accarezzarti e spingere via la tristezza ed il gelo,
qualunque cosa ti stia capitando…
per farti compagnia, come fece il Piccolo Principe,
Ti regalo una rosa perchè
io stesso avrei bisogno di qualcuno che mi lasci scoprire tutto questo.
Perchè a volte mi capita di essere giù,
e pensare che ho ancora la possibilità di ricevere la mia rosa mi da forza,
mi fa andare avanti,
mi permette di non arrendermi
perchè io “non voglio” arrendermi mai;
La rosa, cos’è per me?
Un piccolo pensiero, nulla più,
ma a volte penso che è di questo che abbiamo bisogno…
di un pensiero d’amore…..
(J.Debruynne)

giovedì 21 giugno 2012

Citazionando...sull'egoismo

L'egoismo ispira un tale orrore che abbiano inventato le buone maniere per nasconderlo, ma traspare attraverso tutti i veli e si tradisce in ogni occasione.

(Arthur Schopenhauer)

domenica 3 giugno 2012

Pensiero poetico:L’artificiosità umana non regge il confronto della semplicità della natura

Un Piattino regge una Tazza
Nella sordida Vita umana
Ma nella prospettiva di uno Scoiattolo
Un Piattino regge una Pagnotta –

La Tavola di un Albero
Esige il piccolo Re
E ogni Brezza che soffia accanto
La sua Sala da Pranzo fa oscillare –

I Coltelli - tiene
Fra le Labbra Rossicce -
Vederli lampeggiare mentre pranza
Eclissa Birmingham –

Giudicati - fossimo
Per le nostre Minuzie
Il minuscolo Cittadino che vola
Sarebbe più genuino di noi -
-E.Dickinson-

sabato 26 maggio 2012

Disabilità e Diritti:La proposta del ministro Elsa Fornero sulla privatizzazione della disabilità non rispetta i diritti delle persone con disabilità sanciti dalla Costituzione e dalle Convenzione ONU


Fornero: privatizzare la disabilità

Il Ministro del Lavoro Elsa ForneroNon si può pensare che lo Stato sia in grado di fornire tutto in termini di trasferimenti e servizi’’. Lo ha dichiarato il Ministro del Lavoro Elsa Fornero durante il convegno Autonomia delle persone con disabilità: un nuovo contributo per assicurarla (Reatech, Milano, 25 maggio).
Il Ministro ha poi aggiunto: “Sia il privato che lavora per il profitto sia il volontariato no profit sono necessari per superare i vincoli di risorse. Il privato, in più del pubblico, possiede anche la creatività per innovare e per creare prodotti che aiutino i disabili. La sinergia tra pubblico e privato va quindi rafforzata”.
I prodotti di cui si parla sarebbero quelli assicurativi. Infatti la Fornero prosegue: “Per evitare accuse di raggiro o frodi, il ruolo pubblico dovrebbe dare credibilità inserendosi nella relazione tra la persona e il mondo assicurativo. C’è bisogno di innovazione finanziaria e creatività”.
Parole che lasciano sconcertate le organizzazioni delle persone con disabilità, per la loro crudezza e per l’evocazione di una “cultura” che non si pensava potesse penetrare nel nostro Paese risalendo fino ai vertici di un Governo che si appella ad ogni piè sospinto all’equità.
Con la prima affermazione la Fornero gela qualsiasi ipotesi e speranza di innovazione sociale, di garanzia dei diritti civili, di efficacia ed efficienza dei servizi sociali, di miglioramento delle prestazioni per i disabili gravissimi e per i non autosufficienti.
Tradisce il retropensiero che gli stanziamenti per l’autonomia personale delle persone con disabilità siano una spesa morta, un sovraccarico insostenibile, un capriccio di pochi, e non già invece un investimento. Ricorda tragicamente alcune brutali dichiarazioni del Ministro Tremonti (“Come può un Paese con due milioni e mezzo di disabili essere davvero competitivo?”).
Lo Stato rinuncia ad attuare quanto previsto dall’articolo 38 della Carta costituzionale – annota Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – e quanto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Getta la spugna invocando un intervento caritatevole (o interessato) dei privati. Un lesto e mesto ritorno alle opere pie… o a qualcosa di peggio”.
Ma la seconda parte delle affermazioni del Ministro ha risvolti non meno inquietanti.
Lo Stato, pur di liberarsi della spesa per la disabilità e la non autosufficienza, diventa procacciatore d’affari per le Assicurazioni e le eventuali risposte assistenziali sarebbero erogate in virtù di una polizza pagata in vita dai Cittadini.
Una privatizzazione assicurativa del welfare che inizia dalle persone con disabilità per spingersi fin dove la “creatività” può consentire.
A chi non giovi tutto ciò è presto detto: a chi non può permettersi di pagare una polizza assicurativa e a chi nasce con una grave menomazione o la contrae in tenera età.
A chi giova invece questa prospettiva oltre che allo Stato? Sicuramente il giro d’affari per le Compagnie assicuratrici è notevolissimo e, in periodo di crisi, un vero toccasana. Nuovi introiti e nuove prospettive anche sul fronte immobiliare. Tradiscono l’attesa le stesse parole della Fornero: “Qualche volta le persone anziane si trovano intrappolate in una casa che costa troppo e hanno difficoltà ad ottenere aiuti”. Un patrimonio immobiliare che fa gola a molti.
Sono dinamiche e logiche che, ovviamente, non ci appartengono – conclude Barbieri – ma che rischiano di stritolare ogni prospettiva di reale inclusione sociale o di condizionarla al censo, al patrimonio, all’età più che ad un diritto costituzionale e, prima ancora, umano”.(fonte www.fishonlus.it)

domenica 20 maggio 2012

Riflessioni:Melissa non muoia inutilmente


Le parole non devono mai mancare. Le parole sono essenziali perché l'umano prenda il sopravvento. Una scuola nella quale ho fatto il Presidente di Commissione qualche anno fa, nella quale ho conosciuto persone straordinarie, nella quale ho perduto il mio migliore amico, anche lui Presidente di Commissione,. A Michele esplose il cuore.
E nelle vicinanze di quella scuola, luogo di figli di ceti popolari, luogo di frontiera e di immensa umanità, qualcuno ci ha messo un ordigno.
Melissa è morta, Veronica lotta per vivere e altre sue compagne e compagni porteranno i segni incisi per tutta la vita.
Ipotesi, domande, retoriche vergognose, facce sinceramente attonite. La verginità della scuola è perduta, una mano assassina, forse mafiosa, forse terrorista o forse ancora di pura follia, ha violentato l'innocenza del futuro spargendo il sangue e tentando di spargere la paura.
Non mi avventurerò in “ipotesi investigative”, aggiungendo brodo al brodo. Certo che ognuno ha la sua idea, e la mia, come sempre, attraversa il concetto di “interessi convergenti” per situazione politica, geografica, economica e sociale. I perché a cui rispondere non sono molti ma decisivi e non sempre si ha voglia di affrontarli. La gente, forse giustamente, si chiede chi. I responsabili della sicurezza ovviamente dicono “li prenderemo”. Il perché è faticoso, poco spettacolare e chiama in causa le responsabilità di molti, per ciò che è stato fatto e ciò che, invece, non è stato fatto.
Non c'è manifestazione di cordoglio che possa lenire il dolore dei genitori di Melissa, non ci sono parole per consolare chi soffrirà per sempre il ricordo di quanto accaduto. Ma le parole non devono mancare per ricordare a tutti che le bombe, in questo paese, sono servite per mettere a tacere chi aveva voglia di giustizia e di verità, per uccidere chi voleva snidare i mostri che abitano i luoghi bui del potere, che dietro alle bombe ci sono sempre state “menti raffinatissime” che a volte le hanno fatte brillare, a volte le hanno coperte e altre le hanno semplicemente lasciate esplodere.
Mi sia permesso di sfilarmi da questi appelli “all'unità di tutti contro il terrore”, troppo spesso, in questi tutti ci ho visto i registi di quel terrore.
È tempo che in Italia, in Puglia, a Brindisi cambino le cose e che gli adulti la smettano di raccontare favole ai giovani. Le manifestazioni e i discorsi lascino lo spazio ad una verità: i giovani non devono più essere i “cittadini di domani” ma quelli di adesso.
Praticate, ragazzi, la coerenza e pretendetela da noi adulti, subissate di fischi chi sale sui pulpiti a pontificare di “legalità” quando vive una vita di privilegi e di ingiustizie, se ciò non accade, Melissa e il suo ricordo, andranno a far compagnia ai tanti dolorosi ricordi di maggio che mi sono marchiati nell'anima.(di Pino De Luca)

sabato 19 maggio 2012

L'opinione:La strategia della tensione, la mafia e la scuola pubblica



La strategia della tensione, come la criminalità organizzata, non è la patologia della politica italiana ma n’è la fisiologia. In Italia, quando la politica (intesa come contiguità e reciprocità di favori tra partiti, apparati dello stato, classi dirigenti, criminalità organizzata, eversione) non sa più come contenere il cambiamento necessario, utilizza altri mezzi, da Portella della Ginestra a Piazza Fontana ai Georgofili. Ed è una storia che si è ripetuta oggi a Brindisi sulla porta della scuola dedicata a Francesca Morvillo Falcone.
Oggi sotto i nostri occhi si è palesato non un salto all’indietro ma un passaggio lineare, tradizionale, di una continuità nera nella quale si usa sistematicamente il terrorismo per stabilizzare. Una classe politica al minimo storico di legittimità –di fatto illegittima e commissariata con Mario Monti dalla Banca Centrale Europea- unito al fallimento del modello economico vigente, che sta impoverendo brutalmente quei ceti medi che avevano sempre garantito il consenso del sistema, non riesce più a garantire i propri referenti. Suona una campana a morto e sembra di rivedere Salvo Lima che corre per sfuggire ai sicari. Si organizza una marcia per la legalità e una classe dirigente parassitaria e intrinsecamente contraria alla legalità, si rifugia di nuovo nelle trame nere. Ancora ieri il partito dei Dell’Utri e dei Cosentino si opponeva con forza ad una banale ed insufficiente legge anticorruzione. Troppo, al culmine della peggior crisi economica della storia repubblicana. Solo se spaventato a morte il ceto medio potrà continuare ad abbassare la testa e garantire un consenso per sostenere il quale non basta più il Grande Fratello televisivo del ventennio berlusconiano.
La mafia, la mafia da sola non può essere, perché la mafia, le mafie, da sole in Italia non sono state mai, dal delitto Notarbartolo a Capaci. Come per via D’Amelio spunta sempre un uomo nero defilato nella foto di famiglia, una mente raffinata in grado di calcolare i pro e i contro. La chiamano criminalità organizzata ma sarebbe la prima volta nella storia che dei criminali colpiscono la scuola pubblica, più di ogni altro il simbolo dell’integrazione, dell’inclusione, del progresso. Veniamo da lunghi anni nei quali la scuola pubblica è stata sistematicamente denigrata e asfissiata rendendole ogni giorno più difficile compiere la propria missione di democrazia. Adesso passano alle bombe. E in questa temperie culturale non sembra un caso la scelta dell’obbiettivo. Melissa Bassi, l’adolescente assassinata, era rappresentante degli studenti in una scuola premiata per la sua lotta per l’educazione alla legalità. Melissa si educava alla democrazia. Chi l’ha colpita  ha voluto colpire la democrazia rappresentata dalla scuola pubblica.
La stampa di regime è costernata dall’emersione della realtà sulla storia criminale della Lega Nord e si domanda chi rappresenterà adesso il Nord. E il Sud chi lo rappresenta? La scuola lo rappresenta il Sud! La forza degli insegnanti e degli alunni, la forza dello studio che crea coscienza civile, libertà, democrazia laddove (diceva Antonino Caponnetto) “la mafia ha più paura della scuola che dei giudici perché prospera sull’ignoranza della gente e sui bisogni della famiglie”. La nuova strategia della tensione ha scelto la scuola pubblica come simbolo per evitare il cambiamento necessario. Ai democratici resta tanto più il dovere di difendere la scuola pubblica, il cuore pulsante della democrazia.(di Gennaro Carotenuto)

martedì 1 maggio 2012

BUON 1° MAGGIO MA NON A TUTTI...


Di nuovo Maggio, Di nuovo comincia. Come sempre dall'1. Il primo maggio. Data simbolo dal 1886. Una festa che arriva dagli Stati Uniti, ove, per la prima volta, fu conquistato il diritto alle otto ore di lavoro al giorno.
Perché sono necessarie le feste e le ferie? Perché nei secoli precedenti l'Umanità ha riconosciuto, finanche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo sancita dalle Nazioni Unite nel 1948, la necessità che le donne e gli uomini definissero le ore di lavoro nel giorno e nell'anno?
Lo hanno fatto tutte le religioni, in particolare le monoteiste che son divise sul giorno ma almeno un giorno della settimana è dedicato all'Uomo.
E, in questo che chiamiamo progresso, alcuni autodefinitisi “imprenditori” continuano a legare la “competitività” e la “produttività” alla disponibilità degli umani a rinunciare all'umanità. A diventare peggio di bestie da soma, a lavorare per ogni ora del giorno e della notte per aumentare la “produttività”. In una gara deficiente e deficitaria nella quale non si capisce più se bisogna lavorare per vivere o vivere per lavorare.
Che idiozia chiamare “efficiente” un mondo nel quale si produce moltissimo per produrre moltissimi rifiuti, che iattura chiamare moderno un mondo nel quale il centro della attenzione collettiva è l'impresa e non l'uomo, che ipocrisia andare dietro a funerali di imprenditori che non ce la fanno e si suicidano.
Non li credo i Professori che ci spiegano come salvare l'Italia uccidendo gli italiani, non li credo perché sono stati i maestri di chi questa Italia ha rovinato e, nel migliore dei casi, sono stati ignavi quando allievi asini la rovinavano.
Un operaio che con mille euro al mese porta avanti una famiglia è un economista che vale più di cento Monti e trecento Tremonti, e quanto senso morale e dello Stato vi è in quelle maestre e maestri di scuole elementari che provano ad insegnare ai bambini etica ed educazione. Certamente di più di un Ministro della Giustizia che, per professione, fa l'avvocato difensore dei più grandi imputati di corruzione che esistano in Italia. E quanto senso della misura in chi ha campi di carciofi o fave e comprende che i suoi braccianti hanno diritto a mangiarne una minestra. Certamente molto di più di un Ministro della Difesa che procede all'acquisto di aerei che non potranno mai volare perché non ce lo possiamo permettere.
Ecco perché il primo Maggio io faccio festa, per coloro che sono morti per questa festa e per spiegare a tutti che la festa è un diritto per i lavoratori e non un privilegio per gli sfruttatori, per ricordare a tutti che non è vero che tu, padrone, mi dai i soldi per campare ma, al contrario, sono io che con il mio lavoro ti faccio arricchire. Per un giorno ciascuno sia arbitro del proprio destino.
Con i piedi nel passato e lo sguardo nel futuro buon Primo Maggio a quasi tutti. Chi non lo ama non lo merita(di Pino De Luca)

domenica 15 aprile 2012

Pensiero semplice....fare in silenzio


Il modo migliore per commemorare non è tanto scrivere e parlare quanto fare,seguendo l'esempio restando umani per davvero
-papaverorosso-

domenica 1 aprile 2012

Pensiero Poetico:Ombre rose ombre

Sotto un cielo straniero
ombre rose
ombre
su una terra straniera
tra rose e ombre
in un’acqua straniera
la mia ombra

-Ingeborg Bachmann-




giovedì 15 marzo 2012

Pensiero Profondo: Ogni posto....

"Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro d’umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare."

(Tiziano Terzani,"Un indovino mi disse")


domenica 11 marzo 2012

Pensiero Poetico sul mese di Marzo


MARZO
Dopo la pioggia la terra
è un frutto appena sbucciato.
Il fiato del fieno bagnato
è più acre - ma ride il sole
bianco sui prati di marzo
a una fanciulla che apre la finestra.
(G.Caproni)

venerdì 24 febbraio 2012

L'Opinione:"La tempesta greca"

C’era da aspettarselo. I drastici tagli imposti alla Grecia da Angela Merkel stanno portando il paese sull’orlo del caos sociale e politico. La Germania non è riuscita a nominare un proconsole per imporre il suo controllo sul governo greco, allora l’ha fatto con il ricatto di non prestare più denaro alla Grecia, condannandola così alla bancarotta. La battaglia per difendere l’euro e le banche tedesche e francesi si combatte fino all’ultimo greco. Tagli di salari e pensionamenti forzati nel settore pubblico, riduzione della spesa pubblica al 6 per cento del pil, diminuzione del salario minimo a 600 euro al mese. Nel 2012 saranno licenziati 15mila dipendenti pubblici e da qui al 2015 circa 150mila. La disoccupazione è al 21 per cento e quest’anno raggiungerà il 26 per cento, mentre diminuiscono i sussidi di disoccupazione.Il paradosso è che questo brutale programma di tagli non sembra in grado di stabilizzare l’economia greca né di permettere al paese di pagare il suo debito in un futuro prevedibile. Nel 2010 il debito pubblico ammontava al 145 per cento del pil, nel 2011 è al 161,7 per cento. Anche con lo smantellamento di buona parte del welfare, soprattutto in ambito sanitario, si prevede che il debito pubblico sarà ancora del 120 per cento del pil nel 2020, il livello raggiunto nel 2008. Il deficit è dovuto alla spesa ma anche alla recessione dell’economia, aggravata dai tagli. Il pil è sceso del 4,5 per cento nel 2010 e del 5,5 per cento nel 2011, con una diminuzione del 2,8 per cento quest’anno e una previsione di stallo per il 2013.Quindi il governo deve continuare a vivere di prestiti, pagando tassi d’interesse superiori al 6 per cento: un debito insostenibile. La strategia attuale consiste semplicemente nel permettere al paese di continuare a pagare a tempo indeterminato il suo debito mentre l’economia si disintegra e la società si sfalda. Il governo di coalizione socialista-conservatore guidato dal tecnico Papademos – che era presidente della Banca di Grecia all’epoca in cui Goldman Sachs ha falsificato i conti pubblici – ha imposto l’austerità con alti costi politici. Ma dato che i due grandi partiti sono d’accordo nell’obbedire a Merkel, non esiste un’alternativa all’interno del sistema, anche se il 48 per cento dei cittadini preferirebbe che il paese dichiarasse bancarotta e non pagasse il debito, rispetto al 30 per cento che si oppone alla “soluzione islandese”. La base politica della grande coalizione continua a diminuire. Oggi i conservatori di Nuova democrazia hanno circa il 31 per cento dei consensi e i socialisti l’otto per cento. I comunisti sono saliti al 12,5 per cento, Siriza (i vecchi eurocomunisti) al 12 per cento, i verdi sono al 2,5 per cento e l’estrema destra al 5. È interessante l’ascesa di Sinistra democratica, guidata da Fotis Kuvelis, che si presenta come un movimento nuovo, lontano dai partiti tradizionali. Ha l’appoggio del 18 per cento degli elettori e potrebbe creare una coalizione alternativa contro i tagli.Per ora le proteste si moltiplicano e in alcuni casi sono violente. L’equivalente del movimento pacifico degli indignati in Spagna è solo una componente della rivolta. I comunisti e Siriza, altrettanto pacifici, partecipano a manifestazioni e a proteste con i sindacati del settore pubblico. Ma c’è un altro settore in una situazione molto precaria, composto soprattutto dai giovani protagonisti della protesta violenta del dicembre del 2008, scoppiata dopo la morte di Alexandros Grigoropoulos, uno studente di 15 anni ucciso dalla polizia.Da quella rivolta spontanea dei giovani contro la brutalità della polizia è nata una corrente radicale pronta allo scontro con le forze dell’ordine. La violenza non ha l’approvazione della maggior parte dell’opinione pubblica e danneggia gli obiettivi della protesta. Ma davanti a questa crisi interminabile e alle misure esasperanti imposte dai mercati finanziari e dai leader europei, cresce la voce di chi preferirebbe non pagare il debito, uscire dall’euro e convocare nuove elezioni, perché l’unanimità della classe politica imposta da Berlino e da Bruxelles ha portato il paese in un vicolo cieco. Questi sacrifici potranno solo rinviare il crollo di un’economia che non ha capacità produttive sufficienti per uscire da sola dalla crisi e deve anche pagare gli interessi di un debito esorbitante.Perché allora tanta insistenza sul salvataggio greco? Ovviamente l’uscita della Grecia dall’euro porterebbe a un attacco della speculazione finanziaria contro la moneta unica, mettendone in pericolo la sopravvivenza. Ma c’è di più: la punizione esemplare dei greci serve da avvertimento agli altri paesi indisciplinati. Ma ci si dimentica che a pagare sono i cittadini, i quali non hanno nessuna colpa dell’origine della crisi.Invece politici e finanza mantengono ricchezza e potere, razionalizzando per di più il sacrificio degli altri. La tragedia greca (che se continuiamo così sarà anche quella di tutta l’Europa) è economicamente, moralmente e psicologicamente insostenibile. Dai venti che seminiamo oggi potrebbero nascere tempeste inimmaginabili.di Manuel Castells (trad.F.Rossetti fonte internazionale.it)

martedì 7 febbraio 2012

I professori ....

I professori non sono tutti uguali, lo credo anche io....





I professori non son tutti uguali

Dice la televisione che fa freddo, dicono i giornali che il paese è nella morsa del ghiaccio, dicono tutti che non è mai stato così freddo da dieci, venti, trentadue, cinquantasette, duemilaventiquattro, ecc. anni.
Si susseguono esperti che dopo aver a lungo meditato sulla domanda “che tempo farà” rispondono “perturbato” e grandi maghi della salute che declamano austeri: se fa freddo copritevi bene. I medesimi che a luglio ci raccomandano di non esporci al sole cocente e di non indossare piumini e sciarpe.
Di questo si pasce l'inutile mente di masse popolari sempre più ignorate e ignoranti, perpetuando la vecchia regola del popolo stupido governato da gente che capisce. Come Monti, Passera, Fornero e Cancellieri.
E tutti a seguire il pifferaio che racconta balle, a farsi incantare dalla “crisi del gas”, prodroma del prossimo “professore” che ci spiegherà che se avessimo i rigassificatori non avremmo problemi, che se non vuoi rimanere al buio e al freddo ti devi godere le centrali a olio combustibile e se vuoi la benzina per la tua grossa e grassa automobile devi pagarla più dell'amarone.
Inutile biasimare quel 90% della popolazione supposta senziente ma che vaga nell'ignoranza di andata o di ritorno, come buoi ciechi seguono chi li tira per il naso. Non capirebbe nemmanco la questione avendo bisogno di un lungo periodo di riconversione all'arte del pensare.
Ma davvero dobbiamo rassegnarci all'idea che tutti i “Professori” siano concordi con quelli che i tavoli televisivi ci rappresentano? Davvero le nuove aule di formazione e di informazione sono dirette da Vespa, Fazio, Formigli, Lerner o Santoro?
Latori di “contraddizioni in termini” visibili anche a chi ha frequentato il secondo liceo seppur con scarso profitto diventano evocatori di grandi verità.
Immaginate La Prof.ssa Fornero che pontifica sulla necessità di abbandonare il contratto di lavoro a posto fisso. O la sua collega Prefetto Cancellieri. Non nego che la loro idea non possa essere espressa, ma non sarebbe più convincente se invece di un contratto a tempo indeterminato avessero un incarico di consulenza? Immaginate solo la Prof.ssa Fornero con la partita Iva che, ogni mese, deve fare la fattura all'Università e attendere di essere reincaricata, pagarsi i contributi da sola e non avere le ferie e la malattia. E lo stesso dicasi per la Cancellieri. Prefetto co.co.co.
La coerenza signori, la coerenza è un valore, altrimenti la credibilità finisce presto. Il Prof. Monti ha una grande credibilità all'estero perché vende l'Italia, ma qui in Italia la sua credibilità comincia a scemare. Non ha spiegato Monti come ha scelto ministri e sottosegretari e soprattutto se il posto fisso è monotono perché te lo porti fino alla pensione, quanto sarà monotono il posto di Senatore a Vita? Dal quale non si va, pensi Professore, nemmeno in pensione.
Da una casa di periferia di un piccolo comune salentino, avulso dal freddo e dalla neve, nel quale occorre vestire a strati perché a mattina inoltrata la temperatura è bella alta, mi allungo verso la città della Lupa, ad incontrare in aule dalle cattedre scassate, gli infissi sgarrupati, banchi e sedie da riformatorio settecentesco, dei ragazzi che dovremo convincere a studiare perché un giorno, forse, possano essere “Professori” anche loro.
Certo, a tutti coloro che mi diranno che il padre è in cassa integrazione, la madre fa la parrucchiera a domicilio e similari, adesso potrò dire: beati loro, loro si che non si annoiano!!!
P.S. Mario Monti, per piacere, sia chiamato Presidente o Senatore. Io sono Professore e non appartengo alla medesima categoria. Perché il titolo di professore lo si guadagna sul campo, ogni giorno, quello di Senatore a Vita o Presidente è una nomina. Spero, forse inutilmente, che molti colleghi abbiano a pensarla nello stesso modo.(di Pino De Luca)

martedì 24 gennaio 2012

Rivoluzione Borghese

L'epopea familiare e il mito dell'uomo di marmo, rafforzate nella adolescenza e nella prima gioventù dai valori di una educazione bolscevica, lontana un milione di miglia dal “permissivismo” e “libertarismo” con i quali la propaganda reazionaria ha bollato l'ideologia comunista, possono indurre all'immaginario fallace.
Ne fece per primo esperienza Karl Marx quando vide il suo sogno realizzato non già in una area a “capitalismo avanzato” bensì in un paese arretrato come era la Russia del 1917, ho il piacere di vivere anche io, che con Marx condivido tra l'altro l'anniversario: il giorno in cui egli morì io ho avuto il privilegio di nascere, ovviamente molti anni dopo.
Al centro della “Rivoluzione Liberale” dell'Italia, nel 2012, qualche centinaio di anni dopo le rivoluzioni liberali di Stati Uniti e Francia.
Archiviata al momento la “Rivoluzione proletaria” per assenza dei proletari (siamo tra i paesi nei quali si fanno in meno figli), la profezia del grande maestro Mario Monicelli prende forma.
Nel paese di Machiavelli, Gramsci e Benedetto Croce il conto con les citoyens è stato continuamente rinviato.
Rinviato durante il Risorgimento trasformatosi rapidamente da moto rivoluzionario a guerra di annessione e di ridefinizione gattopardesca dei poteri: tutto cambiò perché tutto fosse immutabile.

Rinviata dopo la Grande Guerra alla quale si rispose all'esigenza di ammodernamento con l'alleanza tra capitalismo becero, latifondisti, chiesa oscurantista generando l'Italia delle Corporazioni e quel fenomeno dittatoriale che avrebbe fatto scuola nell'intera Europa. Pochi rammentano infatti che il Fascismo nacque prima del Franchismo e del Nazismo e anche dello Stalinismo.
Presidenti della Repubblica si sono succeduti con coefficienti di apprezzamento colossali semplicemente perché in un paese di ciechi chi è orbo fa sempre il sindaco.
Ci siamo: la frutta. La cena è finita, occorre sparecchiare, lavare i piatti e pagare il conto.
La rissa si scatena, i più satolli pensano alla siesta e tocca chiamare i “tecnici” per risolvere la questione.
I Tecnici son coloro che, per anni, hanno pensato ai cavoli propri e ora, forti del fatto che intorno vi son solo mentecatti, assurgono al ruolo di “sistematori”.
Un governo liberale che nessuno ha votato prende la fiducia di un Parlamento che nessuno voterebbe e comincia a fare il lavoro “sporco” che pusillanimi e gaglioffi non hanno voluto o saputo fare. Un governo liberale che fa riforme liberal
i: liberalizza, sul serio e per davvero. I predecessori anche le hanno fatte. Hanno chiamato liberalizzazione la spartizione dei beni pubblici ad amici e amici degli amici.
Un governo pulito e di destra (sembra una contraddizione in termini per quello che è stata la destra in Italia) al quale non riesce a contrapporsi una forza politica pulita e di sinistra non comunista (anche questa sembra una contraddizione in termini per quello che è stata la sinistra non comunista in Italia) e allora la rivoluzione liberale va avanti e si incontra e si scontra con piccoli privilegi, grandi interessi e rendite di posizione. Destinate a soccombere perché in ritardo sulla storia passata immaginiamoci su quella futura.
Non gongolo per ciò che sortirà dalla rivoluzione liberale. Sarà un paese di individui liberi e diseguali, con l'animo del darwinismo sociale appena mitigato dalla solidarietà caritatevole di mecenati laici o di chiese accoglienti.
Spero Che non scorra troppo sangue e cadano le teste solo virtualmente, anche se la storia insegna che le rivoluzioni borghesi sono le più feroci e le più sanguinose.
Per noi che abbiamo immaginato un mondo diverso ci sarebbe una speranza, flebile ma esiste: dieci milioni di proletari, giovani africani con le loro legittime attese di una vita migliore e il loro bagaglio di senso morale possano invadere con il loro sangue giovane un paese vecchio e malato. Ma questa sarebbe un'altra storia …di Pino De Luca