giovedì 4 giugno 2009

Scienza:Lenti a contatto alle staminali "Possono far tornare la vista"

Riacquistare la vista grazie alle cellule staminali. Se in passato alcuni esperimenti su topi avevano già fatto ben sperare, ora un gruppo di ricercatori australiani sostiene di aver trovato il modo per "migliorare in modo decisivo" la vista in pazienti con danni alla cornea, dovuti a malattie o incidenti, grazie alle potentissime cellule. Il recupero della facoltà visiva è stato ottenuto in modo rapido, nel giro di alcune settimane, e in modo incredibilmente semplice ed economico. E se questi primi risutati, ottenuti su tre pazienti, saranno confermati, la tecnica potrebbe venire usata su larga scala.
I ricercatori, guidati dal dottor Nick Di Girolamo, dell'Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, hanno rimosso tessuto contenente cellule staminali rigenerative dagli occhi dei pazienti, ed hanno moltiplicato le staminali in laboratorio sulla superficie di lenti a contatto. Le lenti sono state poi applicate sulla cornea danneggiata per dieci giorni, durante i quali, riferisce il quotidiano britannico Telegraph, le staminali sono riuscite a ricolonizzare la superficie oculare dei pazienti e a curarla.
I miglioramenti, tutti di grado significativo, sono arrivati nel giro di qualche settimana. Il test è stato condotto su tre persone, due con danni estesi alla cornea dovuti ad un intervento chirurgico per rimuovere un tumore, il terzo con una anomalia genetica, chiamata aniridia, che causa la mancanza dell'iride.
A colpire i ricercatori, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista scientifica Transplantation, è soprattutto la facilità della tecnica: "Non richiede operazioni complicate", ha spiegato Di Girolamo, e basta una minima quantità di tessuto da cui far sviluppare le cellule staminali. Una tecnica che, se i risultati verranno confermati da ulteriori studi, potrebbe essere usata con successo anche nei paesi del Terzo Mondo: "Tutto quello che serve è unaniridia, dottore ed un laboratorio per fare le colture cellulari", dice ancora il ricercatore. Che, insieme ai colleghi, spera che la metodologia possa essere efficace non solo per la cornea, ma anche per altri tipi di lesioni alla retina e, forse, su altri organi. Come, ad esempio, la pelle, "che si comporta in modo molto simile alla cornea", conclude Di Girolamo.(fonte repubblica.it)



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